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Porsche 356 C Cabriolet 1964 Verde Irlanda
Il restauro della Porsche 356 C Cabriolet
La Porsche 356 C Cabriolet del 1964, protagonista del nostro restauro, ha conosciuto una totale revisione estetica e meccanica funzionale a riportare la vettura alle condizioni d’origine: all’interno della nostra sede, infatti, abbiamo interamente ripristinato la carrozzeria, riportandola a lamiera e, in un secondo momento, riverniciandola dello splendido verde originale.
LA SFIDA DEL RESTAURO DELLA PORSCHE 356 C CABRIOLET
Giunta in carrozzeria in condizioni tutt’altro che apprezzabili, per la 356 è stato necessario un lavoro certosino: non è stata, infatti, la sola carrozzeria ad essere trattata e verniciata a partire da zero, ma in generale un po’ tutti i componenti interni ed esterni all’automobile: particolare attenzione, nel corso del nostro restauro, è stata riservata alla tappezzeria e alla capote, il cui meccanismo che ne determina l’apertura è stato rivisto da cima a fondo per poter riottenere la funzionalità originaria. Anche la componente meccanica è stata ripristinata, impiegando, come sempre, materiale originale o ricostruito secondo le specifiche di Porsche.
La storia di Porsche è gravida da sempre di modelli di successo, apprezzati in tutto il mondo per le straordinarie doti di robustezza e di longevità, unite a quelle innate che fanno di queste automobili un punto di riferimento mondiale per prestazioni, velocità e guidabilità in senso assoluto.
Nel panorama piuttosto corposo di modelli costruiti dalla Casa tedesca ed apprezzati sin dal lancio sul mercato anche per queste proverbiali qualità, occupa un posto di spicco la 356, l’automobile che nel periodo a cavallo tra gli anni ’50 ed il decennio successivo ha lungamente retto le sorti commerciali della Porsche, all’epoca confinata ad una dimensione che la poneva sul mercato, volontariamente, con un solo modello declinato in numerose configurazioni di carrozzeria e svariati allestimenti meccanici.
La versione C della Porsche 356 si impose sul mercato grazie alle stesse doti estetiche e dinamiche che già avevano decretato il successo dei modelli precedenti di questa fortunata serie di vetture: nonostante il progetto che avesse dato forma alla sportiva tedesca fosse ormai abbastanza anziano, infatti, i continui aggiornamenti tecnici e stilistici che Porsche ha apportato alla sua piccola sportiva, permisero alla 356 di affrontare anche gli anni ’60 senza risultare indigesta ad un pubblico che, soprattutto Oltreoceano, continuava invece ad amarla e ad apprezzarla.
Nota non da poco: a partire dal 1963, alla Porsche 356 fu affiancata la più moderna e prestazionale 911 (ci fu anche la 912 con motore meno potente rispetto a quest’ultima), ma ciò non scalfì l’onda lunga del successo di questo modello, che raccolse consensi fino alla fine della sua produzione, diventando, di fatto, un vero e proprio mito.
La meccanica della 356 è derivata in larga misura da quella della Volkswagen Maggiolino, popolare utilitaria tedesca nota al mondo per le sue straordinarie doti di semplicità e affidabilità: naturalmente tutti i componenti tecnici e meccanici derivati da questa vettura furono da Porsche rivisti, elaborati e corretti col solo scopo di renderli il più possibile adatti ad assecondare una potenza ed un livello di prestazioni all’altezza del marchio di Stoccarda. Bisogna tenere conto, infatti, che le ultime versioni con le quali la 356 fu proposta al pubblico, ossia la Carrera e la Super Carrera, poterono contare su una potenza massima di ben 75 e 90 cv, che erano sufficienti a garantire alla piccola e slanciata sportiva tedesca di raggiungere con slancio punte velocistiche assolutamente ragguardevoli.
Inutile negare, inoltre, che buona parte del successo della 356 si deve proprio alla sua linea originale e senza tempo che, sin dal momento del lancio, diede un’impronta marcata allo stile Porsche, ponendo le basi estetiche per elaborare i tratti che, seppur allungati ed armonizzati rispetto a quelli del modello antenato, decretarono il grandissimo apprezzamento della successiva 911, facendo di colpo invecchiare tutto il panorama di vetture sportive del periodo.
Tutte le linee di questa vettura sembrano prendere corpo a partire dai generosi passaruota anteriori, bombati e talmente alti da sovrastare il cofano lungo, acuminato e bassissimo della 356 C, sul quale spicca anche la gradevole e comoda maniglia di apertura che permette di aver accesso al generoso vano bagagli, più che sufficiente, data anche la forma sfuggente della vettura, a contenere i bagagli di una coppia di persone.
La linea che segna il margine superiore dei parafango prosegue idealmente sulla fiancata, tracciando una leggera bombatura che snellisce l’impatto visivo e ‘’disegna’’ la coda corta e raccolta sulla quale si eleva il coperchio del prestante motore, collocato a sbalzo sull’asse posteriore. Tipiche di questa versione sono le due griglie sul cofano motore, i paraurti avvolgenti con rostri anticollissione (utilissimi a diminuire il rischio di riportare danneggiamenti sulla carrozzeria in fase di parcheggio) ed alcune rifiniture interne.
La 356 C dispone inoltre di alcuni aggiornamenti meccanici che permisero ai responsabili tecnici della Porsche di annullare il gap progettuale che avrebbe potuto porre il loro cavallo di battaglia in una posizione di inferiorità prestazionale rispetto alle più recenti proposte messe a punto dai competitors: anche per questo motivo, la 356 C dispone di freni a disco, di una nuova geometria degli attacchi degli ammortizzatori e di un nuovo assetto in grado di garantire un diverso equilibrio tra le esigenze di tenuta e quelle imposte dal confort. Anche le più recenti 356 sono state proposte al pubblico sia con carrozzeria Coupè, che in versione Cabriolet.
L’esemplare restaurato da Corato Alonso è stato sottoposto ad un’opera di rifacimento totale di tutti i dettagli e sfoggia oggi una gradevole ed elegante tinta Verde Irlanda abbinata alla capote beige, in tinta con gli interni. Dotata del propulsore più potente della gamma, la 356 C del nostro servizio è in grado, complice anche l’ottima aerodinamica ed il peso contenuto, di toccare senza difficoltà i 175 km orari e di offrire una guida divertente e sportiva in tutte le condizioni di utilizzo.
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