La splendida collezione del Museo Mogam riunisce, nello splendido contesto di una fascinosa villa immersa nel verde, a pochi passi dal Centro di Catania e dal suo lungomare, un interessante e pregiato compendio del meglio della produzione automobilistica italiana, fondendo la bellezza applicata all’auto a quella espressa dalle magnifiche opere d’arte esposte nella Galleria.
Sorge nelle immediate vicinanze del Centro di Catania e delle sue splendide coste di roccia vulcanica il Mogam, raffinato museo che fonde in un’unica sapiente esposizione la bellezza dell’arte al fascino emanato da ogni piega della carrozzeria degli splendidi veicoli che trovano posto all’interno delle varie sale.
Il museo, che sorge nel meraviglioso contesto di una villa privata, immersa in un polmone verde in grado di trasmettere al contempo serenità e fascino ad ogni visitatore della struttura, sviluppa un’area espositiva di oltre 2000 mq, che comprende un totale di oltre cinquanta mezzi, e che risulta suddivisa in quattro aree distinte: all’interno dell’atrio che fa da ingresso all’edificio si evidenzia una ricca collezione di motori tra i quali spicca la presenza di alcuni pezzi insoliti, come il propulsore Sofam da oltre 8 litri e 270 cv, concepito per essere impiegato per i carrarmati della serie AMX 12. Tra i motori di origine automobilistica, fa bella mostra di sé il poderoso gruppo propulsivo della Lamborghini Murcielago, che campeggia bellamente in mezzo a numerose altre unità provenienti dalla miglior parte della produzione Ferrari, Lancia, Alfa Romeo e Maserati. Non manca, naturalmente, un piccola selezione di motori motociclistici e marini, che completano un pacchetto non indifferente in grado di radunare all’interno di pochi metri quadrati una vastissima gamma di progetti, idee e teorie meccaniche che spaziano dai propulsori monocilindrici ai più performanti V12, dai più parchi e modesti cinquantini ai più estremi ed evoluti propulsori di impiego aeronautico.
E dopo aver goduto di questo ‘’antipasto a buffet’’ il menu del Mogam prevede il passaggio all’interno del Salone principale, nel quale veniamo accompagnati dal gentilissimo Sig. Franco, meccanico specialista che, ormai da parecchi anni, cura scrupolosamente la manutenzione delle auto e delle moto esposte all’interno del Museo. Nella sala, perfettamente illuminata in ogni suo angolo, trova posto una selezione di alcune delle auto e delle moto più affascinanti della produzione italiana: la collezione non segue un filo logico particolare, in quanto tutte le auto presenti rappresentano semplicemente, ed in maniera molto diversa, lo spirito ed il design italiano applicato ad autovetture di produzione sportiva.
Le auto, disposte parallelamente al perimetro esterno dell’area espositiva, sono immerse in un contesto in grado di svelare alla vista, praticamente ad ogni sguardo ed in ogni angolo, un ricco parterre di quadri, stampe e oggetti di automobilia in grado di suscitare profonda emozione nel cuore di ogni appassionato di auto e motori. Introducendosi all’interno della saletta, dopo aver varcato un piccolo corridoio di ingresso, per guadagnare il centro dell’area gli spettatori sono obbligati a passare in mezzo a due delle più straordinarie opere concepite in quel di Maranello : all’ingresso, infatti, fa bella mostra di sé una splendida Ferrari F40 GT, vincitrice con Rori Parasiliti del Campionato Gran Turismo 1992, nel quale il pilota siciliano si aggiudicò a bordo della vettura di Maranello ben sei delle sette gare complessive. Parallelamente alla F40 GT, quasi a sottolineare il legame concettuale che la lega alla sua progenitrice, è stata esposta una ben più recente Enzo.
Proseguendo da sinistra l’esplorazione della struttura, è possibile ammirare, una accanto all’altra due delle più apprezzate vetture concepite a Maranello: a pochi centimetri di distanza l’una dall’altra, infatti, sono esposte una Ferrari 275 GTB/4 ed una straordinaria 288 GTO. Quest’ultima, catanese da sempre e ancor oggi munita della sua targa originale, spicca in mezzo alle altre per almeno un particolare: oltre ad essere perfettamente conservata in ogni sua parte, la supercar di Maranello esposta al Mogam è l’unico esemplare di questa piccola serie di automobili del Cavallino ad essere uscito dagli stabilimenti Ferrari con una speciale tinta grigio argento metallizzato: tutte le altre 288 GTO, infatti, sfoggiano una più tradizionale verniciatura rossa.
La parete alla sinistra della sala fa da sfondo ad alcune splendide opere dedicate al mito della velocità, che campeggiano solenni eppure leggiadre sopra ad uno sparuto gruppo di rappresentanti della famiglia ‘’Dino’’: si va, da destra a sinistra, dalla sempreverde Spider della Fiat, alla ‘’Ferrarina’’ 206 GT, qui proposta in una sgargiante e gradevole tinta gialla. Accanto alla stradale, spicca la presenza di una splendida SP, versione estrema, progettata in ottemperanza a finalità agonistiche e base di partenza per lo sviluppo della corrispondente versione di serie.
Proseguendo nella nostra visita ci imbattiamo in un’altra vettura motorizzata Ferrari: si tratta di una Lancia Thema 8.32, allestita in questo caso sulla base della carrozzeria, lievemente personalizzata, di una station wagon.
Superate, non senza ammirazione, le rappresentanti stradali dei marchi Abarth e Lancia, ci imbattiamo in un duo di tutto rispetto composto da una Ferrari 365 GTB/4 ‘’Daytona’’ e in una 365 GT 2+2, caratterizzata dalla splendida verniciatura bicolore grigia e amaranto.
La splendida presenza di un’Alfa Romeo Giulietta SZ e di una Abarth 124 Rally viene affiancata dall’incantevole imponenza di uno splendido esemplare di Maserati 3500 GT Touring, nella sua classica tinta blu. Accanto ad essa sono state disposte alcune monoposto da competizione, tra le quali spicca la presenza di una fascinosa e potente Abarth Sport Prototipo del 1970: la vettura, dotata di un propulsore V8 da quasi 400 cv e di un peso piuma, vanta un palmares notevole, avendo partecipato a numerose competizioni internazionali con il pilota austriaco Johannes Ortner. Accanto all’Abarth 3000, due splendide Lancia del passato: a destra una scattante Fulvia Coupè‘’Fanalona’’, e, dal lato opposto, l’intramontabile Aurelia B24 Superamerica.
Con la Enzo, vista all’ingresso, si chiude il cerchio relativo all’esposizione di auto presente nel primo salone, al centro del quale trovano posto una nutrita rappresentanza di motociclette da competizione degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 ed alcune opere d’arte dedicate al mito dell’Alfa Romeo.
Per spostarci nella seconda saletta, decisamente più piccola ma non meno interessante della prima, attraversiamo un corridoio lungo le cui pareti sono state esposte alcune delle motociclette più interessanti della collezione: spiccano, tra le tante, una splendida Aermacchi ed una Lambretta in perfetto stato di conservazione. Corposa è anche la presenza di opere d’arte e oggetti da collezione a tema.
Una volta entrati nella seconda sala ci imbattiamo in una schiera di monoposto di Formula 1 e 2, ma non solo: proprio di fronte all’ingresso, infatti, è possibile apprezzare una gradevole Formula Fire dei primi anni ’80, piccola monoposto con motore derivato dalla grande serie, con la quale moltissimi piloti hanno potuto approntare il grande salto dal mondo del Kart a quello delle vetture da competizione più performanti.
Poco più in là può essere ammirata la possente Chevron di Formula 2 con motore 2 litri Ferrari da 300 cv con la quale Clay Regazzoni affrontò alcune gare nei campionati 1977 e 1978, la Minardi Ferrari Dino 206 e l’Alfa Romeo Formula Boxer 1.7 da 160 cv vincitrice delle corse di Pergusa, Vallelunga e Monza del campionato monomarca 1987.
Pezzi forti della collezione sono anche le due vetture esposte nella sezione più a destra della stanza, nella quale trova posto la Dino 166 F2 guidata al successo nella Temporada Argentina da Andrea De Adamich nel 1968 e riutilizzata dall’ex pilota triestino in occasione del Ferrari Day 2008. Accanto alla Dino spicca la presenza di una delle monoposto con le quali il duo Alonso-Raikkonen ha preso parte ad uno dei più recenti campionati di Formula 1.
Alla fine della nostra visita, complice l’emozione unica data dalla possibilità di trovarsi in un contesto in grado far emergere, in ogni dettaglio, un’atmosfera in grado di evocare il sapore della pista, della bellezza e dello stile italiano, ci siamo accorti di quanto velocemente il tempo a nostra disposizione fosse trascorso. Un grosso ringraziamento per la cortesia e l’enorme disponibilità mostrataci va alla Direttrice del Museo, la Dottoressa Veronica Parasiliti, che ha favorito l’organizzazione della visita e del reportage all’interno della struttura.
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[av_textblock size=” font_color=” color=”] Photo credit & Source News & Text: Studio grafico Carattere | Massimiliano Idonea
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