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Intervista alla più giovane Pilota di ultraleggeri: La Porsche deve aspettare!

 

intervista alla più giovane pilota di ultraleggeri :la porsche deve aspettare

Cari Amici abbiamo incontrato ed intervistato la sedicenne padovana Giada Campagnaro, la più giovane pilota italiana di velivoli ultraleggeri,

studentessa dell’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica “Cardinale Cesare Baronio” di Vicenza. Giada volava già da molto tempo come passeggero con i suoi docenti ed appena ha potuto iniziare l’attività aero scolastica ha colto l’occasione di prepararsi per l’esame della Licenza di Volo da Diporto e Sportivo (VDS). Come leggerete, prima di poter guidare e viaggiare con una Porsche può già farlo con un velivolo.

Giada cosa ti ha spinta a scegliere un percorso di studi che ti porterà a diventare pilota professionista?

Non c’è una motivazione unica, che mi ha spinto a scegliere questo percorso di studi, più che altro un insieme di esperienze,interazioni con questo mondo e soprattutto una grande passione, fin dalla giovanissima età.
Tutto ciò che volava mi intrigava,con il passare del tempo, ho iniziato ad apprezzare ogni aspetto del volo,non solo nell’ambito tecnico ma anche a tutto ciò che sviluppa a torno a questo meraviglioso mondo.Inizialmente, ci sono stati i primi voli con l’istruttore e da lì ho capito che non volevo fermarmi ,ma approfondire in maniera seria e precisa questo sport anche per un’ottica futura.

Quali emozioni provi potendo volere prima ancora di avere la patente per i mezzi terrestri?

Sicuramente l’emozione è tanta, pensando di potermi muovere liberamente tra le nuvole e poter raggiungere qualsiasi meta, naturalmente sempre seguendo scrupolosamente le dovute regole, poter raggiungere luoghi che risultano spesso lontano, in poco tempo è davvero fantastico. Poi, a differenza dell’auto, in aereo hai una visione a 360° di ciò che ti circonda, hai un rapporto diverso con la natura e il paesaggio. Non per niente Leonardo diceva che “Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare”.

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Cosa ti interessa di più nella comunità del volo, fatta di tante e varie specialità e sfaccettature?

La comunità del volo è qualcosa di fantastico, hai la possibilità di interagire con moltissime persone che hanno la tua stessa passione, molto spesso si instaurano veri rapporti d’amicizia.
Questo ambiente è molto variegato, sicuramente l’ambito che mi attira moltissimo è quello dell’acrobazia. E’ meraviglioso vedere come in certe figure acrobatiche il pilota e l’aereo diventino un tutt’uno, sono in completa sintonia. Il rapporto che si instaura tra il pilota ed il suo mezzo è tale, da avere una conoscenza approfondita di quest’ultimo, gli permette di disegnare in cielo figure magnifiche, l’aereo diventa un pennello che scrive sulla tavolozza del cielo.

Molti tuoi coetanei sono appassionati di sport motoristici terrestri, per te cos’è lo sport in cielo?

Per me lo sport in cielo è un modo per esprimere me stessa. Io e l’aeroplano e nient’altro. Poi si tratta di una disciplina dove l’apprendimento è sempre continuo, l’esperienza arricchisce il tuo bagaglio, la discussione con altri piloti, la condivisione. Io sono una persona curiosa, che vuole sempre approfondire e conoscere, perché non può esserci “il presso che”, “il forse”. Questo è l’ambiente adatto.

Quali sono i tuoi aerei preferiti?

Per fare un tuffo nel passato direi il P51 Mustang; nella modernità direi il Tecnam Sierra, in quanto ci volo, poi sicuramente il Cirrus. Con uno sguardo al futuro anche l’aereo che sfrutta l’energia solare.

L’aviazione d’epoca è un mondo che ti attira o preferisci la modernità ed il futuro?

L’aviazione d’epoca mi interessa, in quanto penso che ogni pilota debba avere una cultura aeronautica, guardando al passato si può avere una visione più chiara del presente e del futuro.

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Hai una figura di riferimento nella storia dell’aviazione?

Ogni grande aviatore ha lasciato una traccia importante nella storia, sicuramente un figura interessante è stata quella di Amelia Earhart, di lei apprezzo il coraggio, la tenacia e l’abilità tecnica di compiere imprese con aerei impegnativi e non dotatati di grandi strumentazioni.

Ora non possiamo non parlare di auto, hai un’auto preferita nella storia dell’automobile?

La mia auto preferita su tutte è la Porsche 911 turbo S, macchina divina. Adoro la pulizia delle sue linee, l’eleganza, per me rappresenta l’essenza dell’aerodinamica.

Quali sono le competizioni automobilistiche che ti piacciono di più?

La Mille Miglia, è una competizione molto carina, poi la F1, quando posso vado anche a vedere qualche gara.

Per concludere una domanda sulla patente, la prenderai o andrai solo per aria?

Assolutamente sì appena avrò compiuto 18 anni.

Grazie Giada, quindi per poterti accogliere nel mondo Porsche dobbiamo avere un po’ di pazienza.

Photo credit: Giada Campagnaro | Testo di: Luca Paolo Salvatori

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